top of page

Recensioni Serie Tv e Film (1° Maggio 2020)

Recensione: "Interstellar"

Lo devo confessare, questo film è il top del top di tutti i film che ho visto.

Per gli amanti della fisica, dell’astronomia, in generale della scienza, vi consigliamo Interstellar; per coloro che invece non hanno intenzione di guardarlo perché non si è particolarmente appassionati a questo genere non importa, perché se lo guarderete vi inebrierete sicuramente.


Tutte le teorie scientifiche che vengono presentate attraverso il film sono vere o ipotizzate, basta semplicemente dire che il film ha come produttore esecutivo scienziati nobel (Fisico Kip Thorne), inoltre questo film è praticamente di proprietà di Christopher Nolan in quanto regista, sceneggiatore e produttore.


Siamo in un futuro prossimo, a causa dei cambiamenti climatici, madre natura ha preso il controllo del pianeta, scatenando tempeste di sabbia in tutto il mondo rendendo quasi impossibile coltivare. Comincia a scarseggiare il cibo, non resta molto tempo agli esseri viventi che popolano la Terra.


Anche Cooper (interpretato strepitosamente da Matthew McConaughey), ex ingegnere della e pilota della NASA è stato costretto anche lui ad abbandonare la NASA per diventare coltivatore insieme a suo figlio (Tom), sua figlia (Murph) e suo suocero.


Un messaggio criptato ricevuto in maniera molto strana conduce Coop. e Murph in una base segreta della NASA, non tutto è lasciato al caso, ma proprio in quel momento alla NASA serviva un pilota per condurre una missione spaziale segreta. Lo scopo è semplice, trovare un pianeta adatto sfruttando un wormhole (tunnel spazio-tempo) che conduce in un'altra galassia con altri mondi, per creare una nuova colonia identica alla Terra.


E’ anche un film del nostro tempo in cui vediamo da una parte la natura, non ha minimamente colpa di quello che sta facendo, anzi, le dispiace di quello che è costretta a fare, si trova attaccata dall’essere umano (ancora confuso perché non si conosce abbastanza).

Siamo di fronte a qualcosa di unico, non esiste un film come questo, Nolan è riuscito a rendere misurabile l’amore, quantificabile, una forza reale che devia l’emotività, in grado di superare qualsiasi dimensione (spazio, tempo, ecc…) per manifestarsi come una energia unica e perfetta nel suo genere.


Qualcosa di sacro è l’amore tra Cooper e Murph che a causa della missione, Cooper è costretto ad abbandonarla per poi rincontrarla in circostanze piuttosto strane ma veramente bellissime e commoventi. Pensate per esempio di viaggiare a velocità vicine alla luce e dopo un tuo tempo relativo, ritorni indietro nell’esatto punto da cui sei partito, qualcosa sarà certamente cambiato, per esempio l’età. Le persone lasciate indietro sono diverse da te ma comunque ancora legate da quel legame forte forgiato prima della tua partenza: l’amore. L’aspetto e l’età possono pur cambiare ma l’amore come detto prima è una forza che ha attraversato tutte le dimensioni e si è mantenuta uguale, questo è sicuramente un dato di fatto che Nolan è riuscito alla grande ad inscenare. (Per riuscire meglio a capire l’esempio che ho fatto potete leggere il paradosso dei gemelli di Einstein).


Vengono messe in primo piano tantissimi aspetti, dalla perfezione dell’universo, buchi neri alle imperfezioni dell’uomo, oltre la sua non curanza verso il pianeta Terra è accecato dalla naturale paura di rimanere solo, sentimento ritrasmesso sotto forma di egoismo e stupidità.


Non mancano effetti speciali mozzafiato accompagnati da musiche apocalittiche e dalle più comuni teorie scientifiche spiegate attraverso comuni parole. Non preoccupativi se non riuscirete a capire quelle parole perché se leggerete le teorie su un libro di fisica o un sito internet affidabile le riuscirete a capire, assocerete le teorie alle parole del film e vi saranno molto più chiare.


Sono tre ore lunghe e scorrevoli quelle di Interstellar, saranno le vostre tre ore di serata film spese meglio di qualsiasi altra serata, è veramente ricco di tantissimi altri aspetti oltre quelli già citati in questa recensione. Potrete vederlo sulle piattaforme: Amazon Prime Video, Netflix, Chile, Tim Vision, Rakuten Tv, Microsoft Store, iTunes.


Recensione: "Il diritto di Contare"

Cari amici della rubrica, questa settimana ho da proporvi un film dagli innumerevoli premi testimone di una delle più grandi imprese mai compiute dall'essere umano, alla pari dello sbarco sulla luna!

Ci vuole coraggio ragazzi! Sto parlando del coraggio di Katherine Johnson:

una matematica afroamericana che nel gli albori degli anni sessanta insieme ad altre sue colleghe lavorò come calcolatrice per la NASA, al Langley Research Center di Hampton.

Questa di cui vi sto parlando adesso è una storia fantastica degna di essere ricordata come testimone lampante della forza femminile!

Non sono poche infatti le diffioltà che dovrà affrontare, dovute a pregiudizi e leggi razziali di dubbia veridicità. Se volessimo dare un esempio, basti pensare che Katrine ogni qual volta avesse dovuto utilizzare il bagno venisse costretta ad uscire dalla struttura in cui lavorava per percorrere il chilometro che si intrapponeva tra il centro di ricerca e l'unico bagno "per neri" che si trovava nelle vicinanze.

C'è da dire però che se la protagonista di questa formidabile storia non avesse avuto così tanta tenacia nel suo lavoro, probabilmente l'uomo all'epoca non sarebbe riuscito a raggiungere la luna e tornare sulla terra sano e salvo come la storia ci insegna.

Purtroppo la signora Johnson ci ha lasciati lo scorso febbraio, a quasi cento anni. Però state certi che nessuno potrà mai dimenticare la lezione che questa donna ha dato al mondo intero, dedicando la propria vita ad un sogno al quale nessuno dava speranze, se non lei che in fine è riuscita nell'impresa!

Potrete trovare questa pellicola su You Tube o altri canali nel web. Mi raccomando, è un film che va visto almeno una volta nella vita!


Recensione: "Prison Break"

Innamoratevi della genialità di Michael Scofield e dal suo amore verso suo fratello Lincoln, questo è Prison Break.


Americanata della Fox, creata da Paul Scheuring, è anche questa un capostipite madre di tutte le serie tv oggi presenti; trasmessa per la prima volta 15 anni fa.


La prima stagione è ambienta nel carcere penitenziario immaginario di Fox River a Chicago, un piano di evasione geniale è nella mente dell’ingegnere Michael Scofield. Egli si fa arrestare commettendo la rapina più brutta nella storia di tutte le rapine solo per riuscire a entrare nel carcere di Fox River e salvare suo fratello Lincoln Burrows condannato a morte per avere commesso un omicidio che non ha commesso.


Piano complesso e organizzato nei minimi dettagli anche in modi che non riusciamo nemmeno ad immaginare, come tatuandosi l’intera pianta dell’edificio nel corpo resa grazie al suo vecchio lavoro di ingegnere.


Essendo in un carcere penitenziario la vita non è facile nemmeno per Scofield, infatti spesso si trova a far parte di combutte fra doppiogiochisti e complotti con persone poco buone, ma necessarie per la riuscita del piano.


Colpi di scena misto ad ansia, suspense ed adrenalina pura accompagnano la serie, che riuscirà almeno per la prima stagione ad incollarvi di fronte allo schermo e a vederla in pochi di giorni, tutta di fila. Priva completamente di momenti morti anche perché presenta un altro filone narrativo. Oltre il piano di fuga abbiamo la storia dei personaggi: compagni di cella complottisti che nel bene e nel male lo aiutano a fuggire, gli sceneggiatori hanno fatto in modo che tu ti innamorassi di loro e della loro storia passata; oltre questo viene vissuto il passato dei due fratelli protagonisti; non è da sottovalutare lo strano ma bel rapporto tra la dottoressa del carcere e Michael, così strano che rimangono legati a vita.


Purtroppo le successive stagioni perdono il patos della prima stagione l’unica trama generale è la riconquista della libertà. Non vi posso dire nemmeno altro perché farei degli spoiler sulla prima stagione, dico che anche qui vi è adrenalina e più azione ma non è la stessa cosa perché è un’azione che in quasi tutti i film abbiamo visto.

La serie è composta da 4 stagioni più un sequel finale (22,22,13,24,9) dalla durata di ciascun episodio di 45 minuti circa. E’ possibile vederla sulla piattaforma: Netflix, Amazon Prime Video.


Recensione: "Shadownhunters"

Tratto dalla saga letteraria di Cassandra Clare vi presentiamo Shadowhunters (Cacciatori nell’ombra).


L’idea di questa serie Tv era quella di rifare un remake dell’omonimo film, non parte certamente benissimo perché nella serie vediamo attori con un’esperienza alle spalle veramente bassa che non sono in grado di immedesimarsi nei personaggi, accompagnati da scenari lontanamente uguali a una serie degna di nota. Il motivo di questo è perché il budget di partenza era veramente basso, non si poteva pretendere troppo.


La musica cambia quando per una seconda stagione, miracolosamente rinnovata, con l’introduzione di alcuni personaggi interpretati da un cast che aveva un po' di esperienza. Insomma, la seconda diventa particolarmente apprezzabile confermandosi pure nella terza e ultima stagione.


La trama si può spiegare in pochissime righe. Di genere urban fantasy, si parla di angeli e umani, l’angelo Raziel mescolò il suo sangue con quello degli umani dando vita a una nuova specie i Nephilim, metà angeli e metà umani, non visibili agli occhi degli umani. Chiamati anche Shadowhunters che obbediscono a delle proprie leggi scritte nel Libro Grigio. Il loro compito è dare caccia a demoni che popolano la Terra.


La nostra Protagonista Clary Fray è una ragazza come tutte le altre, va a scuola, ha una vita sociale; fino a che non vede un omicidio che solo lei è in grado di vedere e fino a che non viene attaccata in casa da un demone.


Fortunatamente salvata da uno shadowhunter che le spiega la sua vera natura e la mette in vera luce tutto quello che è in grado di fare con le sue abilità fuori dal normale. Lei titubante all’inizio decide di partecipare alla causa che accomuna gli shadowhunters: distruggere i demoni; ma soprattutto distruggere Valentine Morgenstern l’uomo più pericoloso per uno shadowhunter.


La serie è composta da tre stagioni (13,20,22) dalla durata di ciascun episodio di 40 minuti circa. E’ possibile vederla sulla piattaforma: Netflix.


Recensione: "Breaking Bad"

Un professore di chimica, Walter White, scopre di avere un cancro incurabile. Non avendo da parte una somma di denaro, che possa consentire alla famiglia di vivere dopo la sua morte, cerca un modo “alternativo” per guadagnare soldi velocemente. Per caso scopre che la sua laurea in chimica è una miniera d’oro.

Così inizia la prima serie, delle cinque, di Breaking Bad. In questa serie TV si affrontano diversi temi tutti particolarmente complessi. Il fattore economico che è il motore di tutta la serie e l’assenza di cure mediche pagate dallo stato portano Walter e altri personaggi a percorrere strade pericolose.

Un’altra cosa importante è l’etica del protagonista, da prima ci appare come il buono costretto dalla vita a compiere azioni spregevoli ma necessarie, ma con il tempo ci rendiamo conto che lui non è altro che un bastardo senza scrupoli e senza giustificazioni.

Personalmente trovo questa serie coinvolgente, grazie all’evoluzione dei personaggi, che mi hanno portato a provare sentimenti contrastanti, da una simpatia e a fare il tifo per Walter, a trovarlo crudele.

Tutta la serie è caratterizzata da un ritmo sostenuto e da una narrazione coinvolgente e cruda. Importante per questa serie è anche il fattore geografico, infatti è ambientata nel confine tra Messico e USA, luogo in cui il traffico di droga è più concentrato. E’ considerata da molti la miglior serie televisiva di sempre ed è la più vista di sempre, anche per questo sono stati fatti numerosi spin off con protagonisti alcuni dei personaggi secondari dei personaggi secondari.

Si consiglia la visione della serie ad un pubblico consapevole per i contenuti, a volte, molto violenti.


Recensione: "Breaking Bad"

Un film in cui il personaggio principale è un uomo solitario il cui nome non verrà mai pronunciato, per tutta la durata del film lui verrà chiamato solo ed esclusivamente “Drive”. Drive non parla molto durante il film, i dialoghi sono pochi ma diretti, comunque riesce ad esprimere benissimo il suo carattere tramite le sue espressioni e la sua gestualità.

Nonostante il suo lavoro è buono, coraggioso e non è alla ricerca di denaro, ma di quella sensazione adrenalinica che lo fa sentire vivo. Il film non è molto originale, ma le corse per le vie di una Los Angeles notturna, tra luci e musica anni 80’, lo rendono godibile. Nel film ci sono varie scene violente, tutte con un perché.


Il protagonista costretto da circostanze, che non vi svelerò, è costretto a diventare qualcuno che non è pur di sopravvivere. La protagonista fa da contrasto a Drive, se lui è taciturno lei è loquace e solare. Fra loro nasce una storia d’amore difficile e tormentata.

Il film è una favola moderna, come piace definirlo all’autore, nel quale troviamo l’eroe coraggioso, con il cavallo bianco sostituito da un’automobile, e la principessa da salvare che è il movente delle azioni del protagonista.

20 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page